VELVET the third (tutto si capovolge)

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Oddio fermi tutti, dove mi trovo, che giorno è, che ore sono? A casa, mercoledì, le sette. A casaaa, mercoledììììì, le setteeee!!!? Crisi d’astinenza, bisogno irrefrenabile: sono lo scrittore metropolitano casalingo ed ho un problema, si chiama dipendenza da soap madrilena.

Butto giù tutto d’un fiato il caffè, pc, apertura velocissima, portale Rai, dai, dai, dribblata, scarto dei contenuti alla rinfusa, ce l’ho, mi manca, ce l’ho, mi manca, finalmente trovato… è: VELVET the third.

E come in tutti i terzi episodi che si rispettino, Elvira, la governate apre la porta, e tra continui vibrati di respiro, tutto si capovolge, nulla è come sembrava essere, senza però cambiare niente. Ci s’infila di nuovo il grembiule, s’inforcano ancora le forbici, giungono bellocci sconosciuti con ninnolino al collo, tutti si rassettano il look, la tinta, il taglio, tranne ovviamente lei:  Patricietta plastificata perenne. Nemmeno se le tiri una bomba all’uranio sulla testa, neppure se la scaraventi dal terrazzo dove tutti s’incontrano per parlare, oltre che nell’ascensore e mai al cesso, neanche se le dici che lei non conta un capello in quella famiglia dove esiste solo Albertoman, lei che blatera solo quelle tre acute pillole  a puntata, per nessun coiffeur iberico, si cambia la terribile inesorabile cofana bianco sbiadito.

Qualche chicca da sit delle saponette: Francischetto vecchio viso d’angelo, senza dirlo a sua moglie, con un assegnino fa rientrare Luisella bella nel baraccone, e lei crede alla beneficenza, il quadro antico quattrocchi si pente di aver baciato il marmocchio della sorella Clarabella, mentre quest’ultima, “senza esperienza” per definizione,  sta quasi per essere insidiata da Mateuccio, con una t, e la sfida Superzietto Emilio slitta verso Dona Blanca a pagarglielo in bottoni d’oro un sorriso.

Ma non perdiamoci in inutilità, subito su Cristianuccia, fiammiferaia depressa e repressa. Uccia uccia raccoglie vetrerie affilatissime da terra, senza ovviamente tagliarsi perché ha sviluppato alle mani un sistema invisibile di protezione in policarbonato, e poi dalla borsa tira fuori nientepopodimeno che … no, no manette, né fruste, né oggetti per un possibile piacere, neppure nacchere, magari, ma due fantasmagorici biglietti per il teatro, che si sa che se un ricco sciupa femmine lo porti a vedere uno spettacolo teatrale lo conquisti per sempre, un consiglio, la prossima volta: tribuna vip per Real Madrid-Barcellona!

Comunque, tra cena extralusso ed acqua a catinelle, sul semifinale, altro scambio d’anelli, il diamantone, quella lo perde,  e questa,  dopo aver inserito l’anulare in una presa a 3000 volt, ecco spiegato lo sguardo da piragna delirante, se lo infila in extremis.

Resta, rimani, parti, fai e disfai le valigie, stupore, la tetraalterointubata rinviene definitivamente, la megaultrastrabiondona infila tutta la testa nel lavandino colmo d’acqua iperossigenata, in stereo dolby surround esulta la casalingarepressoassatanata del palazzo vicino, wawwwwwww!!!

L’aeroplanino è tornato, non solo, di più, ci dev’essere un’interferenza, mayday mayday, ei torre di controllo abbiamo un problema… Dove sono Pippi calze lunghe, Pimpa, le Winx, Tom e Jerry, Willy il coyote?

La sindrome di Albertoman alla Koala è passata, qui trattasi quasi di nove settimane e mezzo, di scena di stoniana memoria, Annaneve, fa capolino e sul divano in pelle rosso fuoco, finalmente si trasforma in Anna seminuda la lussuriosa, questione di evoluzione!

Bella Cristi’,  te stai a prende ‘na solaaaa!!!!

Già pronto per VELVET ora cosa accade?

– Andrea Alessio Cavarretta (scrittore metropolitano) –

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Ed ecco a voi VELVET il ritorno

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