Tu mi hai pretesa, mi hai sollevata da dove ero stata posata e poi mi hai afferrata con le tue dita calde.
Tra il frastuono, le luci e la gente che balla, ti urlo “Ti prego, lasciami stare!” tu non mi senti e non rispondi.
Già mi possiedi.
Guardo, appena bagnata, i tuoi occhi grandi avvicinarsi, sono distratti e le tue labbra si protendono verso di me.
Lo so, ci ameremo di un amore approssimativo.
Sento le tue labbra secche posarsi sulla mia estremità a te più vicina.
Ora mi infili più dentro e finalmente succhi.
Un fiume veloce mi scorre dentro.
Sono il mezzo del tuo piacere, quel liquido scivola e poi va dritto nella tua bocca che si riempie per poi andare giù in un posto che non conosco.
Non una volta, ma due, tre, forse di più, sarà un succhiarmi sino alla fine, saranno baci stretti tra le tue labbra.
Alla fine rimarrò quella che ero: una cannuccia, posata nel ghiaccio, col freddo, su quella mia estremità che tu non avrai mai conosciuto.
(Andrea Alessio Cavarretta)
Pubblico a distanza di tempo questo mio racconto classificato quarto al concorso “Coppie Fantareali” della Scuola Omero (2011) Ringrazio Rossella Maffeo per avermi concesso di utilizzare a corredo del racconto la sua foto “Semplicemente Spritz”Potresti leggere anche Natale metropolitano Il Basso senza una mano Se vuoi dai uno sguardo ai K-racconti di IppoKiro
11 febbraio 2013 at 4:50 PM
Fantastica!
13 febbraio 2013 at 3:25 PM
Grazie!!!!