IO, SONO IL JAZZ

IO, SONO IL JAZZ

di

Andrea Alessio Cavarretta

 Il tocco

Io, sono il jazz

sono l’attimo che arriva dopo l’attesa

sono la pausa dell’infinito.

Sono il vuoto che si riempie.

Sono il tuffo in acqua ghiacciata

che poi ribolle,

quasi m’infuoco

e sotto nuvole appena esplose

sono l’andare lungo il tramonto

di scuro, d’inverno.

A passi lenti sono laggiù

e in quel bistrot senza silenzi

sono il piatto di pasta piccante

il vino che ora scivola dentro,

la torta piena di panna che ingrassa di gioia

la fetta d’anguria con mille semini.

Io, sono il jazz

e il jazz è un vibrare,

e allora sono la voce,

sono lo scroscio di tutta la pioggia

sono incolmabile, insaziabile, imprevedibile

ad occhi aperti sono quel vento proprio nel cuore

sono quel soffio

ti apro il cancello, appena socchiuso.

Ed ora che entriamo

dopo la porta

nella mia stanza

sono quel quadro

proprio davanti

dammi le mani, passale sopra, lo senti quel rosso?

Ora ti bacio

tu mi ribaci, io ti ribacio, tu mi ribaci

appena posate ti mangio le labbra

e in un boccone,

sono quel lupo che t’ha già divorata.

Io, sono il jazz

sono l’attimo che arriva dopo l’attesa…

– Andrea Alessio Cavarretta (scrittore metropolitano)

L’immagine a corredo è IL TOCCO di Rossella Maffeo

 
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